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“Storie che profumavano di verità”

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La prefazione del libro di Michele Furchì  “Il garibaldino di Brattirò” da me pubblicato col marchio Mario Vallone Editore.

m.v.

PREFAZIONE

Da ormai molto tempo un pensiero, come un tarlo incessante che nella notte non fa chiudere occhio, sollecitava la mia mente a scrivere un libro, che già era stampato nei miei pensieri.

Spinto da un irrefrenabile desiderio di raccontare ancora fatti accaduti nel passato che mi hanno emozionato quando li sentivo raccontare da mio padre durante le serate rigide dell’inverno, quando stanco dopo una giornata di duro lavoro, seduto accanto al braciere, assieme a noi figli, ci raccontava fatti accaduti nel suo paesino in un passato ormai remoto.

Brattirò, un piccolo paese tra la collina ed il mare a lui tanto caro essendo originario di questo paese. Raccontava con orgoglio la vita di un paese e dei suoi abitanti, che non hanno mai chinato la testa di fronte a niente e a nessuno, di uomini che, pur all’epoca non avendo una grande cultura, camminarono a testa alta sicuri del sostegno di tutta la comunità del paese, pronti ad intervenire quando si presentava l’occasione. Infatti erano come i leggendari tre moschettieri, “Tutti per uno e uno per tutti”, cioè quando qualcuno di altri paesi arrecava danni oppure offese il malcapitato doveva darsela a gambe levate altrimenti per lui sarebbero state botte da orbi.

Tante bellissime storie raccontava mio padre, storie che sembrano favole ma che profumavano di verità.

Erano episodi molto intriganti e a volte commoventi.

Ed è appunto per questo che ho voluto scrivere questo libro, affinché i suoi racconti, ormai da pochi conosciuti, non rimangano chiusi assieme a lui sotto una lapide sepolcrale, ma possano rivivere  nella mente e nel cuore di quanti rimarranno emozionati venendone a conoscenza.

Un caloroso ringraziamento va ai miei carissimi amici ormai purtroppo scomparsi: u zu’ Gerry, e u zu’   Conu, che quando venivano da me a farsi tagliare i capelli, spesso raccontavano, anche loro come mio padre, delle storie che oggi posso permettermi di scrivere rendendole pubbliche.

Avevano la straordinaria capacità di raccontare cose che non si possono dimenticare perché custodite per molti anni nella loro mente di emigranti, i quali non dimenticano la loro terra ed il proprio paese. Lasciandoci la simpatia di due personaggi che hanno saputo emozionarci con i loro simpatici racconti. Per questo sarà nostra cura custodirli per ricordarci sempre di zio Gerry e zio Conu.

Michele Furchì

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