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La prima opera di Elena Micali

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La recensione del prof. Pasquale De Luca del libro “Amorfa” di Elena Micali:

     Non so quando, sicuramente saranno passati degli anni, quando mi è stato chiesto di scrivere una postfazione ad una silloge di poesie di Elena Micali. Dal titolo un po’ strano: Amorfa. Ho pensato un po’; mi sono chiesto: che cosa è una postfazione? A cosa serve?

     La postfazione sta alla fine di un’opera. Essa vuole essere uno sguardo all’indietro, un guardare il percorso che si è fatto insieme all’autore, nel senso di capire, di spiegare, forse anche approfondire, ciò che si è letto. Non è il riassunto scolastico del contenuto del libro, ma serve a focalizzare l’attenzione su alcuni passaggi, a mettere in luce alcune caratteristiche dell’opera nella loro forma artistica in una visione complessiva e particolare.

     Non sono un critico, anche se a volte mi capita di scrivere qualche recensione soprattutto per qualche amico, e non mi va di giudicare. Ma veniamo a noi e al titolo di questa relazione: Amorfa. La prima di Elena Micali.

     Non so da quando conosco Elena, potrei dire: da sempre. Da quando piccina, alunna della scuola elementare, ha partecipato la prima volta al Premio Internazionale di Poesia “Tropea: Onde Mediterranee”, ed ha vinto. Ha vinto, ha meritato di vincere. Ha vinto delle scommesse difficili nell’arte, nella vita. È cresciuta e si è formata, come artista, come persona.

     Elena Micali, non ha bisogno di essere trainata, non ha bisogno di essere spinta sulla strada dell’arte e della poesia: Lei cammina da sé. Con determinazione, con passione. Ha il passo sicuro e deciso: sa cosa vuole, sa dove vuole arrivare. Questo volumetto ne è la prova. In esso noi troviamo la vera poesia in un intreccio di ricerche interiori, di osservazioni, dove sentimenti ed emozioni interagiscono con le parole che si stagliano sulla pagina bianca in immagini vive di persone e di situazioni venute fuori dal grande crogiuolo del vivere umano. L’Autrice utilizza la parola e la proietta verso l’infinito come solo un vero artista sa fare. Elena Micali è un vero artista. Nella musica, nella poesia. Perché entrambe le arti utilizzano lo stesso strumento: il suono. Vi sembra strano? Strano non è: la parola in poesia, la nota in musica non sono altro che suono. Suono modulato con mezzi diversi, che portano ad esternare sentimenti propri dell’animo umano.

     Mi viene da chiedere: chi è il poeta? Il poeta è colui che universalizza in ritmo musicale i propri sentimenti, che li trasmette al lettore o a chi ascolta e lo trascina in un vortice di sensazioni in comunione con l’autore. Su queste basi Elena Micali è poeta. In quanto riesce, lei, amante della libertà, a rappresentare in forma nuova l’intimo umano, l’uomo visto nelle sue passioni, nelle sue trasgressioni, nei suoi errori, nelle sue debolezze, nelle sue riprese, nei suoi riscatti. Lei, nell’utilizzo della parola in virtù del pensiero trasmesso nel contenuto della poesia, che fuoriesce da ogni lirismo classicheggiante, vecchia maniera, sa immettersi su una strada nuova dove il verso ha un proprio ruolo nel ritmo scandito sulla pagina bianca dalla stessa parola.

      In una varietà di argomenti, che vanno dall’intimo e personale all’impegnato e al sociale, la Micali, con un forte sostrato culturale e caratteriale, allarga l’orizzonte della sua tematica, che spazia e va oltre l’immediato e il contingente: dall’amore alla guerra, dalla cattiveria umana alla donna nella sua identità, solo per dire di alcuni.   

     Amorfa. È il titolo assegnato all’opera prima della Micali. Titolo indovinato e fortunato. A-morfo = ciò che non ha forma. Qualcosa che non ha forma, un amalgama di sostanza in divenire. Una macchia di colore da leggere e interpretare. “Sono getti di luce e di colore”, è scritto nella postfazione, è scritto e lo confermo. “Sono getti di luce e di colore, che abbagliano e lasciano incantato l’ammiratore: cosa c’è dietro quella luce, dietro quel colore? C’è tutto: c’è la donna e la poetessa che esce fuori, con la sua forza, con la sua debolezza. C’è la donna che vive e sogna l’amore, la donna che prende posizione e scende nell’agone della lotta. Non con la prepotenza del più forte, non con l’arroganza di chi si crede essere al di sopra di tutto e di tutti, ma con la sicurezza del pensiero nella convinzione di essere nel giusto, con la ragione che permette all’uomo di essere uomo nel più puro e vero significato della parola”.

     Elena Micali, che non ha bisogno delle nostre parole, vive la poesia come un sogno: “Poesia è sognare d’esser vivi / Posare le dita su un giaciglio fiorito / Di mille parole che risuonano d’aria” (Mentre dormo). È un sogno che condivide con gli altri, che disperde nell’aria come petali di fiori in un messaggio di vita incontro al sole. Con ritmi e suoni “che sfociano dirompenti nel vasto mare della poesia dove la nostra Elena si trova perfettamente a suo agio, dove si immerge con gioia e piacere in un sogno di amore e di libertà” che non finisce mai.

     Non vado oltre, il lettore saprà apprezzare l’arte poetica della Micali in tutta la sua bellezza. Devo solo ringraziare l’editore Mario Vallone ed Elena che mi hanno voluto accanto in questa bella serata dove l’unica signora che domina in assoluto è la Poesia. La poesia giovane e bella di Elena Micali.

     Tropea, 3 gennaio 2023

Pasquale De Luca

Maggiori informazioni sull’opera al seguente link: vai alla scheda.

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MarioVallone

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