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“Il docens praecarius” di Franco Pagnotta

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La prefazione dell’ultimo libro del noto giornalista vibonese, Franco Pagnotta, volume da me pubblicato nei mesi scorsi, intitolato “Il docens praecarius”.

m.v.

PREFAZIONE

L’idea di ripubblicare il mio “Indecenza della docenza”, a distanza di venticinque anni e con un altro titolo, mi è venuta negli anni della mia pensione dalla scuola ed è stata subito condivisa dal giovane editore della Thoth, Mario Vallone.

Nel lasciare quel mondo in cui ho vissuto per tanti anni, con passione ed entusiasmo, sono andato indietro con i ricordi, a quel lontano 1977 in cui, nel mese di febbraio, ricevetti la prima supplenza di dieci giorni nella scuola media di Lonato, in provincia di Brescia.

Quei dieci giorni poi si allungarono, con brevi pause, fino a giugno. Quindi, negli anni successivi, di nuovo l’attesa di una chiamata e la gioia di entrare nuovamente in classe e parlare ai miei alunni lombardi di grammatica, poesia, storia, geografia e delle regole per stare bene insieme. Il ruolo, dopo un regolare concorso, arrivò nel 1984 e fino al 1990, anno del mio trasferimento in Calabria, insegnai in varie scuole del Bresciano.

Fu, quella lombarda, un’esperienza unica, che ha segnato positivamente la mia vita. Ebbi modo di conoscere, sulla mia pelle e su quella dei colleghi che ogni anno arrivavano dal Sud, le tante facce di un precariato che negli anni ’70 e ’80 assumeva i connotati di un universo variegato, fatto di giovani uomini e giovani donne che sapevano affrontare le difficoltà di una fase della loro vita con quella spregiudicatezza e quella saggia ironia che apparteneva ai loro anni, alla loro formazione, ad un vissuto spesso fatto di sacrifici per potere frequentare l’università, alla voglia di rendersi autonomi dalla famiglia, e a quegli ideali del ’68 i cui riverberi ancora illuminavano i cortei che nelle città vedevano assieme studenti, insegnanti e operai.

Giovani precari, quelli degli anni ’70 e ‘80, che, pur di sbarcare il lunario, si inventavano di tutto, adattandosi, senza imprecare con nessuno, ad ogni situazione, trasformandosi, all’occorrenza, in venditori di enciclopedie, in inservienti ai circoli Arci, in scaricatori di pacchi alla stazione, in camerieri. Sacrifici, rinunce, che contribuirono, assieme al lavoro scolastico, all’inserimento consapevole e armonico nelle realtà del nord Italia, dove molti di quei precari si sono poi stabiliti definitivamente.

Quel mondo, in maniera ironica e a volte volutamente dissacrante, ho voluto descrivere nelle pagine del libro, le cui storie sono uno spaccato di anni difficili ma meravigliosi, per quella voglia di riscatto e quella testarda fiducia che non ti facevano pesare la fatica del vivere. E guardavi tutto con gli occhi della fantasia, sorridendo al futuro che era dietro l’angolo.

Franco Pagnotta

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